Il vuoto normativo sulla plusvalenza comunale (“IIVTNU”)

La Corte Costituzionale spagnola ha dichiarato incostituzionale la plusvalenza comunale (in spagnolo, “plusvalía municipal”) quando non si verifica realmente un corrispondente aumento del valore della proprietà, dichiarando illegittimi gli articoli 107.1, 107.2 a), riguardanti il calcolo della base imponibile e l’articolo 110.4, della Ley  Reguladora de las Haciendas Locales, approvata con Real Decreto Legislativo 2/2004, del 5 marzo, che impedisce ai comuni di attribuire valori, o contingenti diversi, da quelli derivanti dalla mera verifica che i calcoli siano stati eseguiti attraverso la corretta applicazione delle norme che disciplinano l’imposta.

Utilizzando le parole della Corte stessa, «una cosa è tassare un reddito potenziale”, un incremento di valore presunto dovuto al decorrere del tempo in un’area urbana, “altra cosa è tassare un reddito irreale«: sarebbe dunque illegittima la tassazione del contribuente che non ha realizzato una plusvalenza attraverso la vendita della proprietà per violazione del principio costituzionale della capacità economica dell’art. 31 della Costituzione spagnola.

Questa sentenza della Corte costituzionale ha confermato l’orientamento di sentenze precedenti, la 26/2017 e la 37/2017, rispetto alle leggi provinciali 16/1989 del 5 luglio e 46/1989, di 19 luglio, regolatrici della tassa sull’aumento del valore del terreno urbano nelle aree storiche di Guipúzcoa e Álava, e le conseguenze di tale pronuncia riguardano la possibilità per il contribuente di sollecitare una richiesta di rimborso di reddito indebito al comune, provando che la vendita di un immobile, negli ultimi quattro anni, si è realizzata senza l’effettiva plusvalenza. Una recente sentenza del Juzgado de lo Contencioso-Administrativo nº 26 de Madrid,che condanna per la prima volta il comune alla restituzione del plusvalore, sembra andare in questa direzione.

Ma non solo, in seguito alla pronuncia di illegittimità del Tribunale Costituzionale, il Tribunale Superiore di giustizia di Madrid (TSJM), nella sentenza del 19 luglio 2017, dichiarò nulla una plusvalenza dovuto al fatto che il calcolo venne effettuato sulla base dei criteri considerati illegittimi dal Tribunale Costituzionale. La questione non è pacifica, ma secondo quanto detto in tale sentenza il giudice non può dunque determinare, secondo la legge, se vi è stato un aumento del valore nell’area urbana, poiché gli articoli che la regolano sono stati appunto dichiarati illegittimi. Sulla base di questa dottrina, dunque, qualsiasi plusvalenza negli ultimi anni potrebbe essere invocata, nei limiti del periodo per presentare la richiesta, e non vi sarebbe alcun meccanismo per determinare l’esistenza di un plusvalore o permettere il calcolo della base fiscale imponibile fintantoché la questione non venga regolata dal legislatore. Secondo il Tribunale, infatti, l’aumento o la diminuzione del valore è riservata al legislatore e non a chi applica la tassa, in questo caso l’amministrazione comunale. Se così fosse, si verificherebbero moltissimi ricorsi, e se i tribunali continuassero a pronunciarsi a favore dei contribuenti in modo pacifico, la “perdita” per le casse municipali potrebbero essere incalcolabili.

 

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