Lo scorso 1 agosto 2017 venne approvata la legge 16/2017, sul cambiamento climatico, con l’obiettivo di regolare le misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, la definizione del modello di governance della pubblica amministrazione e l’istituzione di imposte come strumento per agire contro il riscaldamento globale.
Il riscaldamento globale non è esclusivamente un problema ambientale in quanto incide in molti ambiti e si converte in una questione che danneggia la biodiversità, il modello economico, la mobilità, il commercio, la sovranità alimentare, l’accesso all’acqua e alle risorse naturali, le infrastrutture e la sanità.
In Catalogna, come nel resto del mondo, si è registrato un aumento della temperatura media annuale e una riduzione delle precipitazioni in estate, inoltre, la strategia d’ adattamento agli impatti del cambiamento climatico adottata dalla Commissione europea nel 2013, identifica tutto il bacino del Mediterraneo come una delle aree europee più vulnerabili ai cambiamenti climatici: nella regione bisognerà affrontare problemi quali la siccità e la bassa produttività delle colture.
La Catalogna già dal 2005 aveva iniziato un percorso nel rispetto degli impegni del protocollo di Kyoto ma ambire a ulteriori progressi e mantenere la posizione leader in questioni climatiche che la caratterizza in ambito internazionale significa accedere a fonti di finanziamento che, allo stesso tempo, producano la riduzione delle emissioni di gas serra.
Pertanto, per la prima volta in Catalogna, è stata approvata una tassa sulle emissioni dirette di gas serra per le attività economiche più inquinanti. Diversi studi suggeriscono che la tassazione diretta delle emissioni può essere un modo efficace per ridurre le emissioni, e ne sono un esempio i paesi nordici.
Le tasse ambientali istituite dalla legge sono due (oltre a quella già esistente da marzo 2017 sulle emissioni di gas serra dei veicoli): la tassa sulle attività economiche che generano gas serra e la tassa sulle emissioni di navi di grandi dimensioni. È previsto che l’intero ricavato sia devoluto al fondo climatico, strumento necessario per l’attuazione delle politiche e azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Si prevede in aggiunta che il Governo catalano debba approvare un quadro strategico di riferimento entro un anno dalla data di pubblicazione della presente legge, secondo la proposta della Commissione Interministeriale sui cambiamenti climatici e con la partecipazione delle autorità locali e le parti interessate. Il quadro avrà una validità di cinque anni e ogni anno il governo dovrà presentare delle relazioni al parlamento.
Ogni ambito settoriale inoltre sarà investito da ricerca, riorganizzazione, e riduzione dell’emissione di gas serra. La legge infatti dispone e regola in ambito di agricoltura e allevamento, pesca e acquacoltura, acqua, biodiversità, foreste, energia, industria, servizi e commercio, infrastrutture, trasporti, mobilità, salute, sprechi, turismo, urbanistica, e prevede la promozione di studi specializzati universitari e di ricerca in questioni ambientali.
Le finalità perseguite dalla legge sono appunto:
· Ridurre le emissioni di gas serra nella regione, cambiare il modello di produzione e di accesso alle risorse naturali ed energetiche promuovendo la transizione verso un modello neutro in emissione di gas serra.
· Rafforzare e ampliare le strategie elaborate negli ultimi anni in ambito climatico.
· Promuovere e garantire il coordinamento di tutte le amministrazioni pubbliche catalane e incentivare la partecipazione dei cittadini, delle parti sociali e degli operatori economici.
· Diventare un leader nella ricerca e applicazione di nuove tecnologie che contribuiscono alla riduzione e alla dipendenza energetica dalle risorse esterne alla regione, raggiungere la decarbonizzazione e la denuclearizzazione.
· Rendere visibile il ruolo della Catalogna nel mondo, in progetti di cooperazione e in ambiti di dibattito globale sul cambiamento climatico.
L’obiettivo è raggiungere un nuovo modello energetico non dipendente dai combustibili fossili, che massimizzi l’uso di energia rinnovabile locale e ottenere così un modello energetico cento per cento rinnovabile a lungo termine, entro il 2050.
Avvocato a Barcellona