RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI PER DEBITI DELL’IMPRESA IN SPAGNA

Una delle principali caratteristiche delle società di capitali é la separazione del patrimonio dei soci e degli amministratori dal patrimonio proprio della società, in modo che generalmente è quest’ ultima che dovrà rispondere con il suo patrimonio per i debiti della società.

Tuttavia, in alcuni casi, questo principio generale può essere derogato dalla necessità di proteggere i creditori di buona fede che hanno fatto affidamento alla contrattazione con una società che poi risulta insolvente, a causa della mancanza di diligenza, o addirittura negligenza, dei suoi amministratori. Ci referiamo a casi in cui l’amministratore non svolge diligentemente la gestione dalla società, sia per indifferenza sia con un fine propriamente fraudulento.

Infatti la separazione del patrimonio tra la società e il suo amministratore  non deve favorire un abuso del debitore professionale, che si nasconde dietro la figura di una persona giuridica per non rispondere personalmente della sua cattiva gestione.

È proprio per questo che la legge spagnola sulle società di capitali (Real Decreto Legislativo 1/2010, de 2 de julio, por el que se aprueba el texto refundido de la Ley de Sociedades de Capital), regola diverse azioni che si possono intraprendere contro gli amministratori, per reclamare giudizialmente  la propria responsabilità. In particolare possiamo trovare tre tipi di azione:

  1. Azione sociale di responsabilità (art. 238 LSC). Può esercitarsi da parte della stessa società, previa autorizzazione dell’Assemblea Generale, o dai creditori della società quando non è stata esercitata dalla società o dai soci , sempre che il patrimonio sociale sia insufficiente per soddisfare i loro crediti.
  2. Azione individuale di responsbilità (art. 241 LSC), che può  essere intrapresa dai soci e dai terzi, contro gli atti degli amministratori che pregiudicano direttamente i loro interessi.
  3. Azione ex. Art. 367 LSC, cioè, la responsabilità solidaria degli amministratori per le obbligazioni sociali dopo il verificarsi dell’essistenza di causa legale di dissoluzione della società, quando l’amministratore non ha richiesto la dissoluzione giudiziale o, il “concorso di creditori” (concurso de acreedores) della società, nei due mesi dalla data per la celebrazione dell’Assemblea Generale.

La scelta tra una azione o un’altra, dipenderà ovviamente dall’inadempimento dell’amministratore e dal danno provocato al creditore. Ma nei casi in cui un creditore vuole reclamare un debito alla società, e può provare che la stessa si trovava in una delle cause legali di dissoluzione (art. 363 LSC), senza che l’amministratore avesse disposto legalmente la sua liquidazione, è consigliabile interporre l’azione ex. Art. 367 LSC.

Il motivo è chiaro. In Spagna la responsabilità dell’amministratore per non dissolvere legalmente la società, nel modo e nei termini previsti dalla legge, é quasi oggettiva.

Il creditore non dovrà dimostrare ne la colpa ne la negligenza dell’amministratore e neanche il nesso causale tra l’azione dell’amministratore e il danno prodotto.

Sarà sufficiente che l’amministratore non abbia convocato l’Assemblea Generale, per approvare la dissoluzione, nel termine di due mesi dall’esistenza dalla causa di dissoluzione o non ha tentato la dissoluzione giudiziale, o il “concurso” di creditori. Inoltre, si presume che le obbligazioni sociali reclamate sono posteriori all’esistenza della causa legale di dissoluzione.

La responsabilità dell’amministratore ex. art. 367, è solidaria alla responsabilità propria della società, e la recente giurisprudenza permette accumulare le due azioni in un unico processo.

 

Avvocato in Spagna

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