Date: 10 November, 2017

Categories: Commercial Law Industrial Property Italiano Jurisprudence

Dottrina della Corte Suprema sulla legittimità per l’esercizio dell’azione della concorrenza sleale

acción competencia desleal imagenIl 20 luglio, la Prima Camera Civile della Corte Suprema, nella sua sentenza n. 474/2017, stabilì le condizioni della legittimità attiva per esercitare le azioni della concorrenza sleale.

In conformità con la legge 3/1991, del 10 gennaio in materia di concorrenza sleale, per poter esercitare azioni in materia è necessario, oltre a partecipare nel mercato, avere interessi economici lesi direttamente dalla condotta sleale.

Nella sentenza di rinvio, la Corte Suprema interpreta ampiamente tali motivi, stabilendo che, nel caso di specie, la società estera partecipava nel mercato spagnolo nella misura in cui concedeva in licenza il know-how per il suo sfruttamento in Spagna, e quindi aveva il diritto di esercitare azioni di concorrenza sleale.

A questo proposito, l’Alta Corte ritiene che il termine “quota di mercato” deve essere preso in considerazione anche a seconda del comportamento sleale specifico, per evitare di raggiungere l’assurdità di negare la legittimità attiva al titolare di interessi economici lesi direttamente dal comportamento sleale denunciato.

D’altra parte, nella stessa sentenza, la Corte Suprema ha chiarito la relazione tra brevetto e know-how. In base a ciò, il fatto di avere un brevetto relativo al sistema di produzione dell’azienda non implica che esso comprenda tutto il know-how della stessa e dunque potrebbe esserci un segreto industriale riguardo a ciò che non è incluso in tal brevetto.

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